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al testo proposto da Alfredo Rienzi
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Partenze e promesse. Presagi., puntoacapo Ed. 2019, prefaz. di Dario Capello, posta. di Ivan Fedeli
Motivazione critica di Fabrizio Bregoli Premio La Girandola delle Parole, Limbiate, 12 settembre 2020
La poesia di Alfredo Rienzi, capace di distinguersi in tutto il suo percorso poetico per l'assoluta originalità e il non allineamento dei suoi versi ad alcuna modo tendenza, è tutta tesa un esercizio di sezionamento e scansione microscopica della parola, perché possa essere condotto sulla soglia di una rivelazione che è sempre sospesa fra disvelamento e precipizio, ambizione a esplorare e percezione de “la certa caduta”, dello scacco. In questo libro Rienzi spinge sui versi in uno spazio indecifrato, tutto percorso da partenze, promesse, presagi, profezie: tutte forme, insomma, dell'indicibile che si può tangere solo per prossimità problematica, nella consapevolezza che “si torna dove si è già stati”. Ecco allora il chiamare raccolta, come ideale sostegno la sua poesia, la tradizione alchemica, i profeti biblici, San Giovanni Evangelista, la poesia messianica di Blake and Yeats, Eliot con la sua consapevolezza della frattura fra uomo e mondo. Con questa poesia asciutta, a volte impertinente nella sua grazia spietata, Rienzi inchioda l'uomo alla responsabilità di indagare il senso della vita, tutta circoscritta però nel costante richiamo alla precarietà, come attraverso la splendida provocazione di “Conosco la data della mia morte”, poema nel poema, dove con disarmante semplicità si ricorda a tutti che la vita “durerà poco come i giochi belli” e “un po' si è tutti morti anche in vita”, ciascuno con la sua “oziosa biografia”. |
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